Idrolato di calendula e cura della pelle
L’idrolato di calendula contiene tutte le sostanze benefiche del fiore, infatti aiuta il processo di rigenerazione della pelle ad esempio dopo i trattamenti cosmetici o dopo irritazioni, arrossamenti o addirittura per una lesione.
Il processo rigenerativo della pelle si compone di tre fasi: infiammatoria, proliferativa e riepitelizzazione-rimodellante. Durante questo processo i flavonoidi nell’acqua di calendula danno un grosso contributo alla normalizzazione della pelle.
Inoltre i flavonoidi del fiorrancio stimolano la produzione di collagene e il ricambio delle cellule morte. Per queste sue specifiche caratteristiche l’idrolato in questione è particolarmente adatto per la cura delle scottature, eruzioni cutanee o piccole ferite.
I flavonoidi non sono gli unici principi attivi presenti nella calendula. Infatti è ricca di altri antiossidanti come i triterpeni. Gli altri principali principi attivi contenuti sono calendulosidi, carotenoidi, xantofille, acidi fenolici, tannini, oli essenziali e resine. Da tutte queste sostanze derivano le proprietà antiossidanti, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ipotensive, emmenagoghe, decongestionanti, rinfrescanti, emollienti e dermofunzionali del fiorrancio.
Sui capelli
Un’altra interessante applicazione dell’idrolato di calendula è quella per la cura dei capelli, in particolare per la prevenzione della forfora e dell’irritazione del cuoio capelluto. Essendo un fiore molto carino e facile da coltivare vi consiglio di piantare la calendula nei vostri giardini o sui vostri balconi. Secondo alcuni vista la sua caratteristica di “sposa del sole” (poiché si apre al mattino e segue il sole per tutto il giorno) se al mattino non si apre sarà probabilmente una giornata di pioggia. Inoltre tiene lontani alcuni parassiti comuni come afidi o bruchi e vermi.
Origine del nome calendula
La calendula probabilmente prende il proprio nome dal latino. Infatti calendae nella lingua dei nostri antenati indica “primo giorno del mese”. Quindi rispecchia la caratteristica di questo fiore che fiorisce i primi di ogni mese dalla fine della primavera fino ad autunno inoltrato e nei paesi con inverni più miti la fioritura dura quasi tutto l’anno.
Un’altra possibile origine del nome potrebbe derivare dalla parola calendario, poiché anche il fiore scandisce il tempo aprendosi la mattina con il sole e seguendolo fino al tramonto quando si chiude. La calendula è conosciuta anche col nome “oro di Maria” per le sue proprietà benefiche sulla regolarizzazione del ciclo mestruale e alleviando i dolori ad esso connessi.
Idrolato di calendula e oleolito
L’idrolato di calendula si ricava seguendo lo stesso procedimento che si utilizza per la distillazione a vapore di tutti gli altri oli essenziali e idrolati.
Infatti il solvente (l’acqua) viene messo a bollire con la matrice (nel nostro caso il fiore della calendula). La parte vegetale subisce una rottura e l’olio essenziale evapora insieme ad una componente acquosa. Attraverso l’utilizzo di un refrigerante il composto ritorna allo stato liquido, convogliando in particolare “imbuto” la parte oleosa (olio essenziale) viene separata dall’acqua arricchita o idrolato.
In realtà l’idrolato di calendula si ricava con questo procedimento, ma l’olio essenziale no. Esiste però l’oleolito di calendula. Questo si ricava lasciando macerare i fiori di calendula all’interno di oli vegetali. Per una produzione domestica bisogna lasciare la calendula immersa in un barattolo di vetro possibilmente scuro oppure se trasparente protetto dalla luce da una busta di carta tipo quella del pane.
La scelta dell’olio varia in base all’utilizzo che si vuole fare dell’oleolito: olio d’oliva, olio di girasole, olio di mandorle dolci. Passati quaranta giorni filtrare il composto con una garza e conservare la parte liquida sempre all’interno di un vasetto di vetro scuro.
Voi come utilizzate la calendula?
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